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Ritorno alla Luna

di Gigi Donelli

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18 giugno 2009

Cento anni dopo il Viaggio nella Luna, il sogno visionario del cineasta francese Georges Meliès diventa realtà. La Nasa lancia nella notte una missione che prevede, proprio come nella storica pellicola del 1902 – una parodia del romanzo di Jules Verne Dalla Terra alla Luna - di colpire il nostro satellite naturale, sollevare un polverone e vedere l'effetto che fa. A coprire i 400mila chilometri scarsi - e variabili - che separano Terra e Luna deve provvedere il razzo Atlas V-401, che una volta avvicinatosi al nostro satellite si separerà in due elementi che corrispondono ad altrettante missioni.

Orbita bassa, alta risoluzione
LRO, Lunar Reconnaissance Orbiter, si metterà al lavoro in orbita polare a soli 50 chilometri dalla superficie lunare, per scoprire tutto ciò che ancora non sappiamo sul luogo del ritorno dell'uomo sulla Luna, e magari di una sua base permanente. Per un anno intero volerà basso, anzi bassissimo come nessun orbiter ha mai fatto prima. Alla fine della sua missione – prima di entrare a far parte del museo dei rottami lunari cui la sua orbita lo condanna – fornirà la topografia dettagliata delle prossime campagne lunari.

Il segreto della Luna
LRCROSS, Lunar Crater Observation and Sensing Satellite, è invece uno strumento di analisi che guarda nella stessa direzione – le missioni umane – ma da un profilo diverso. Dovrà infatti aiutare i ricercatori della Nasa a sciogliere un dubbio, quello che il polo lunare, e in particolare un suo profondo cratere, possa nascondere un segreto prezioso: acqua in forma solida. Il valore di una "sorgente" lunare è praticamente incalcolabile, soprattutto ora che si progetta esplicitamente la colonizzazione del corpo celeste nell'arco di alcuni decenni. Acqua vuole dire idrogeno e ossigeno, vuol dire dunque vita e carburante per i veicoli spaziali.

Un piccolo passo…
Perché LRCROSS possa svolgere il suo compito dovrà però farsi aiutare. Invece di sganciare strada facendo i grandi contenitori di combustibile che alimentano i motori, i cosiddetti stadi, il satellite si porterà fino alla Luna l'ultimo grande contenitore e lo sgancerà solo per farlo precipitare proprio nella zona dell'indagine. L'ultimo stadio di un missile Atlas, ormai vuoto, pesa 2.366 kg. Colpirà la Luna alla velocità di 2,5km/secondo e a Huston si aspettano che dopo un breve lampo, l'impatto sollevi una colonna di polvere lunare fino a 10 chilometri dalla superficie. Una colonna piena di informazioni che il satellite analizzerà attraversandolo 4 minuti esatti dopo l'impatto, appena prima di precipitare a sua volta e distruggersi. Proprio mentre il mondo scientifico si prepara a celebrare i 40 anni dell'avventura di Armstrong e dell'Apollo 11, la missione LRO alla Luna segna il primo passo perché il sogno dell'esplorazione interplanetaria torni ad essere una storia d'attualità.

18 giugno 2009
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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